Gillo Pontecorvo nasce a Pisa il 19 novembre 1919.
Dopo la laurea in chimica si dedica all'attività giornalistica.
Fratello minore dello scienziato Bruno Pontecorvo, da giovanissimo è già un grande appassionato di cinema, ma è solo dopo aver visto “Paisà” (Roberto Rossellini, 1946), che decide di passare dietro la macchina da presa.
Intanto ha già fatto l'attore. E' stato Pietro, l'operaio che viene fucilato in ”Il sole sorge ancora” (Aldo Vergaro, 1946), il primo film finanziato e controllato dall'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani).
Corrispondente a Parigi, è assistente di Yves Allegret e Joris Ivens, mentre in Italia è aiuto di Steno (”Le infedeli”, 1952) e Mario Monicelli (”Totò e Carolina”, 1955).
Dopo aver realizzato alcuni documentari (uno di questi, ”Cani dietro le sbarre”, verrà restaurato nel 1996 dalla Philip Morris), nel 1956 dirige Giovanna (episodio dal film ”La rosa dei venti”), storia di un'operaia che durante un'occupazione di fabbrica viene osteggiata dal marito, metalmeccanico comunista.
L'anno seguente gira il suo primo film, ”La grande strada azzurra” (1957), tratto dal racconto di Franco Solinas ”Squarciò”. Ancora un'opera di grande impegno sociale, premiata al festival di Karlovy Vary, che segna l'inizio di un lungo sodalizio con Solinas, sceneggiatore dei suoi film successivi.
Come ”Kapò” (1960), ambientato in un lager nazista, con un cast di attori eccellenti come Susan Strasberg, Emanuelle Riva e Laurent Terzieff.
A dispetto delle polemiche suscitate, nel 1966 vince il Leone d'Oro a Venezia con ”La battaglia di Algeri”, nel ’69 realizza “Queimada” con Marlon Brando.
Dopo una sosta di dieci anni dirige “Ogro” (1979), con Gian Maria Volontè.
In onore dell'amico e collaboratore, nel 1986 insieme a Felice Laudadio dà vita al “Premio Solinas”, prestigiosa vetrina per i giovani autori del cinema italiano, destinata negli anni ad affermarsi anche a livello internazionale.
Direttore della Mostra di Venezia dal 1992 al 1996, nel 1997 torna al Lido per presentare un suo cortometraggio, “Nostalgia di protezione”.
Muore a Roma, dopo una lunga malattia, il 12 ottobre 2006.
REGISTA:
Missione Timiriazev, documentario (1953)
Porta Portese, documentario (1954)
Cani dietro le sbarre, documentario (1954)
Festa a Castelluccio, documentario (1955)
Uomini del marmo, documentario (1955)
Pane e zolfo, documentario (1956)
Giovanna, episodio del film La rosa dei venti (1956)
La grande strada azzurra (1957)
Kapò (1959)
Paras, documentario (1963)
La battaglia di Algeri (1966)
Queimada (1969)
Ogro (1980)
L'addio a Enrico Berlinguer, documentario (1984)
Udine, episodio di 12 registi per 12 città, documentario (1989)
Danza della fata confetto, cortometraggio (1996)
Nostalgia di protezione, episodio de I corti italiani (1997)
Un altro mondo è possibile, documentario (2001)
Firenze, il nostro domani, documentario (2003)
ASSISTENTE ALLA REGIA:
I miracoli non si ripetono (Les miracles n'ont lieu qu'une fois), regia di Yves Allégret (1951)
Le infedeli, regia di Mario Monicelli e Steno (1953)
Storia di Caterina, episodio de L'amore in città, regia di Francesco Maselli (1953)
Totò e Carolina, regia di Mario Monicelli (1955)
SCENEGGIATORE:
La grande strada azzurra (1957)
Kapò (1959)
La battaglia di Algeri (1966)
Queimada (1969)
Ogro (1980)
Nostalgia di protezione, episodio de I corti italiani (1997)
ATTORE:
Il sole sorge ancora, regia di Aldo Vergano (1946)
La grande strada azzurra, regia di Gillo Pontecorvo (1957)
The Stupids, regia di John Landis (1996)
Un controtipo - appunti su Gillo Pontecorvo, regia di Hendrick Wijmans (2005)